3° RAID CICLOMOTORISTICO - ISOLE EOLIE

  • Discesa nella cava di caolino
  • Lipari
  • Salina, spiaggia di Pollara
  • Vulcano
  • A casa; che viaggio!

Molti sostengono che ci vuole una buona dose di follia per intraprendere un viaggio a bordo di un ciclomotore. Probabilmente è vero, ma dopo averne effettuati diversi, devo dire che qualcosa di magico, nell’affidarsi ad un motorini per andare lontano, c’è. Questa volta i partecipanti al quarto raid ciclomotoristico sociale sono stati quattro: zio Paolo, Lupo, Bruto e Priore. La destinazione primaria era monti reatini e Terminillo, ma zio Paolo ci ha fatto una proposta che non abbiamo potuto rifiutare. Caaalma! Nulla a che fare col padrino ed affini; ci ha semplicemente detto di avere la disponibilità di una casa a Lipari, capoluogo delle Eolie, pezzettino di paradiso terrestre. Via quindi verso Milazzo, la mattina del 16 agosto alle ore 4, da dove ci saremmo imbarcati per Lipari. La discesa verso Villa S. Giovanni è stata entusiasmante; non potendo percorrere l’autostrada abbiamo fatto il passo dello scalone, che collega praticamente, all’altezza di Sibari, lo jonio col tirreno, divertendoci un sacco. La SS 18 tirrena inferiore ci ha poi portati fino a Villa, passando per Bagnara Calabra e soprattutto per Scilla, che ancora una volta ci ha regalato emozioni splendide. Veloce traghettamento ed ecco Messina, e dopo un’ora e mezza Milazzo, dove siamo quindi arrivati alle 18.30. Pieno l’ultimo traghetto; il prossimo alle 22.30. Peccato! Ci siamo consolati con un’ottima pizza al ristorante “il marinaio”, a 100 metri dal porto. Siamo dunque arrivati a Lipari molto tardi, ed altro non ci è rimasto da fare che andare a letto. Abbiamo dedicato il 17 agosto alla visita di Lipari; in mattinata abbiamo fatto un ricco giro per vicoli e negozietti, visitato la cattedrale e il bellissimo museo, ricco e grande. Ci siamo poi avventurati per il periplo dell’isola, fermandoci ogni tanto per un bagno ristoratore in un’acqua limpida come i pensieri di un bambino. Piccola dose di avventura nel pomeriggio, quando siamo scesi in una cava di caolino, in un paesaggio a dir poco desertico. Bellissimo è stato trovare la strada per risalire; ci siamo divertiti alla grande. Cena presso un ristorante, AMIIICI!, dove, complice l’amicizia della famiglia di zio Paolo col gestore, Marcello, abbiamo goduto di tre cene a dir poco sensazionali. Pasta casereccia col sugo di pesce spada, involtini di pesce spada, caponata, melanzane ripiene, alici marinate, insalata liparota e chi più ne ha più ne metta. Tutto squisito! Eccezionale il passeggio serale nel centro di Lipari, con consumazione di brioche con gelato, cannoli e quant’altro da “Subba” famosa pasticceria isolana. A dire il vero c’è stata consumazione anche a livello oculare (…), ma questa è un’altra storia. 18 agosto, visita dell’isola di Salina, a 40 minuti di traghetto; una cosa fantastica, soprattutto il bagno a Pollara, su una spiaggia sovrastata da falesie altissime. Un momento sublime. Salina è un posto splendido, ed il suo periplo ci ha fatto godere appieno delle sue bellezze, stante anche la ridotta velocità dei nostri mezzi. Rientro in serata a Lipari, cena e passeggio di grande gusto. 19 agosto, visita di Vulcano; già il nome è tutto un programma, ed infatti la giornata è stata bella ed intensissima. Abbiamo risalito per un bel tratto la stradina che arriva sul cratere, e poi abbiamo raggiunto gli angoli più reconditi del’isola, grazie alla leggerezza e alla manovrabilità dei nostri motorini. Nel pomeriggio bagno ristoratore sulla spiaggia vulcanica, con odore di zolfo ed acqua del mare ribollente. Uno spettacolo unico. 20 agosto, si ritorna; salutiamo Lipari e la casa di zio Paolo con un po’ di magone. Traghetto fino a Milazzo, veloce (!) trasferimento fino a Messina ed imbarco per villa S. Giovanni; di qui la SS 18 fino a Gioia Tauro, dove abbiamo preso la bretella che collega il tirreno allo jonio. La strada è bellissima; l’acquazzone che ci siamo beccati un po’ meno. Fortunatamente è durato poco, ed abbiamo proseguito fino alla mitica SS 106, che ci ha portato a casa dopo aver percorso 1250 km. Ha dunque senso fare tutto ciò a bordo di un motorino? Io non lo so, ma il prossimo raid mi vedrà sicuramente lanciato (a 60 km/h) alla volta di chissà quale meta. Mi auguro di avere la stessa bella compagnia di questa volta.