1° RAID CICLOMOTORISTICO - ETNA

  • Notte a Scilla
  • On the road
  • sull'Etna

Bar neroazzurro, una sera di inizio primavera. “lupo”, mi dice Rino, “una volta o l’altra prendiamo le moto e partiamo verso le 8 di sera, arriviamo sull’Etna all’alba, vediamo il sorgere del sole e torniamo indietro”. L’idea mi allettava per la sua illogicità, ma il meglio doveva ancora venire. Il Priore, dopo qualche attimo di preoccupante silenzio aggiunge: “anzi, ci andiamo con gli scooter!”. Penso fra me e me che non è vero che è astemio. Ma la cosa mi prendeva forte, se si fosse fatta avrei certamente partecipatto. Questa la premessa di questa grande esperienza. 28 agosto, sette e trenta del mattino: pronti alla partenza R. D’A. (il Priore) su Malaguti crosser, i fratelli Bronzo, Carmine su Aprilia rally ed Umberto su Malaguti crosser, l'elegante Andrea Semeraro su elegante Aprilia scarabeo e l’agreste Alcide Passannanti (lupo solitario) su Piaggio NTT. Si parte. A Ginosa Marina (39 km), Umberto grippa il suo crosser proprio mentre dice che quel motore (superpreparato) andava benissimo. Un viaggio ad eliminazione. Rimasti in 4, (Umberto rientra a casa lentamente) facciamo la prima tappa Roseto capo Spulico, 100 km, con primi entusiastici commenti. Si percorre la SS 106 fino a Sibari per poi avventurarsi in un esaltante coast to coast, attraversando l’Appennino, fino al versante Tirrenico; tappa a Sangineto, località cittadella, colazione al sacco e bagno in un mare splendido, come la natura circostante. Lì il cellulare del brutaceo (Carmine) squilla: Umberto ci fa sapere che ha cambiato il gruppo termico allo scooter ed è sulle nostre tracce. Sensazionale! È pazzo! Cominciamo a temere che si possa perdere tra le intricate strade di montagna… poveri animali selvatici, passare la notte con Umberto! Arriviamo a Tropea, 396 km da casa, nel tardo pomeriggio, intorno alle 18.30. posto incantevole come tutte, ma dico TUTTE, le fanciulle viste. Notevoli le case, a strapiombo sul mare, impreziosite di sera da una tenue luce gialla che ne esalta i chiaroscuri delle strutture. La cattedrale, nella sua mesta imponenza, domina dall’alto (vedi foto), accarezzata anch’essa da un fascio di luce gialla che le conferisce un fascino senza pari. Ci mettiamo seduti al tavolino di un bar, sul corso principale, dove il continuo passeggio di miss ci crea notevoli picchi ormonali, come la visione di una provocante rossa (maliziosi, una Ferrari) spavaldamente parcheggiata in sosta vietata, nonostante la vigilessa. Chiacchieramo amabilmente, mentre aspettiamo il transfuga. Verso le 21.30… eccolo! Umberto, ripartito da Taranto intorno alle 13.00, ci ha raggiunto in 8 ore di serrato cammino: il gruppo è di nuovo al completo! Dal suo racconto risulta difficile credere che abbia attraversato la Calabria: “aggh’ fatt’ ù pass di Salomone” (passo dello Scalone, 800 m slm). Presto, a cena! Esordisco con “ma nel ristorante non c’è nessuno! Non è che si mangia male?”… avevo parlato scambiando il ristorante con la gioielleria attigua!!! Comunque, dopo un’ottima cena ed un giro per lo splendido paese ci accampiamo sulla spiaggia, con splendido bagno di mezzanotte e pioggerella notturna. Il mattino dopo, di buon’ora, partiamo alla volta di villa S. Giovanni (110 km) : sorpassi in esterno e curve da GP (?), azzardati sorpassi a catena, della serie: se il primo non prende bene le misure… frittatone! Per tutto,
l’attraversamento di Bagnara Calabra a manetta; strade strette, traffico, traverse: in caso di autovelox una bella foto piegati come dei ragazzini non ce la leva nessuno! Dal traghetto guardo la meravigliosa isola e non mi pare vero, per me che non ci sono mai stato, che sto per realizzare un vecchio sogno: andarci per la prima volta in moto, ancora meglio, in scooter! Messina. Incredibile. Altri 100 km e siamo ai piedi dell’Etna. Assolutamente stupefacente. Uno scenario apocalittico già da diversi km ti prepara ad uno spettacolo della natura che unisce bellezza e suggestione, fascino e anche un po’ di timore. Maestoso e superbo, l’Etna si erge noncurante di tutto quanto vi è intorno. Chissà se si è intenerito vedendo quei cinque puntini a due ruote salire lentamente… Trascorriamo tutto il pomeriggio lì, salendo con la funivia fino a quota 3000 (foto sopra) e godendo di un panorama quasi lunare; rimediamo al freddo pungente avvicinandoci ad una piccola bocca da cui viene fuori un tiepido vapore che regala un po’ di sollievo. Piccolo passo indietro: la cabina della funivia, alla vista del Priore ha un sussulto, che si è concretizzato in un vero e proprio ondeggiamento quando egli entra, tanto da far esclamare all’addetto: “MINCHIA! BUD SPENCER INCHIANAU!”. Senza dubbio, la frase del viaggio! Ridiscesi ai piedi del vulcano, cerchiamo un posto per la notte, avendo accantonato l’idea di dormire in un cratere (spento) a causa di vento fortissimo e gelido. Gira di qui, guarda di là, avvisto una casa abbandonata, sommersa da una colata lavica che ne ha lasciato in vista solo la mansarda: ottimo riparo. L’idea piace a tutti: operativi come sempre, ci dividiamo i compiti per cena e pernottamento. Serata mitica, difficile trasmettere l’atmosfera. Il mattino successivo, foto di rito e poi via, verso Acireale, dove ci sollazziamo, come se casa fosse dietro l’angolo. Calorosa la gente che ci chiede, tra il commiserevole e l’ammirato, la nostra provenienza e destinazione. Traghettiamo verso le 13.00, mangiamo un veloce panino a bordo per guadagnare tempo. Di nuovo in continente, via velocemente verso casa, dove arriviamo intorno alle 23.45. AMIIICI! Al di là dei numeri, esperienza senza precedenti. Col 50 cc non vi è lo stress della guida di un mezzo più impegnativol. Impareggiabili le sensazioni provate. Sicuramente ci sarà un seguito: dalla follia non si guarisce mica! Lupo.